ANCORA NELLA MISCHIA - Discorso programmatico del nuovo Segretario

Non è semplice razionalizzare come è nata in me l’idea di candidarmi alla Segreteria del Circolo PD di Samarate, e le ragioni per cui ho trovato il coraggio di trasformare l’idea in azione effettiva.

Diversi di voi sanno, perché me lo hanno sentito raccontare già alcune volte, che la mia esperienza politica nasce proprio nel momento del crollo della Prima Repubblica, quando ci vollero far credere che alcuni dei partiti che avevano avuto responsabilità di governo dell’Italia fino all’inizio degli anni ’90 fossero diventati solo ed esclusivamente luoghi di corruzione e nefandezze, ad ogni livello: io, insieme a tante altre persone che facevano politica nei nostri paesi, rifiutai tale semplificazione della realtà ed iniziai a frequentare la riunioni della DC locale, solo per provare a capire cosa fosse la politica a livello territoriale.

Quegli anni furono fonte di forte preoccupazione per la stabilità ed il futuro dell’Italia, ed in quella fase il sistema politico iniziò a concretizzare ciò che molti avevano teorizzato da tempo, vale a dire la collaborazione e la confluenza di partiti e di storie politiche diverse, per cercare di dare maggiore stabilità ai governi.

Io partecipai, sempre da neofita, alla costituzione prima dei Comitati Prodi e poi alla nascita dell’Ulivo, che a Samarate si tradusse nel 1997 e nel 2000 in due proposte ed esperienze elettorali nuove, prima con Pietro Bosello e poi con Francesco Toniolo come candidati sindaci, che nacquero anche sulla base dell’esperienza estremamente coraggiosa della Giunta DC-PC guidata da Franco Piacentini proprio a cavallo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90; con tali esperienze si iniziò, non senza errori e momenti di tensione, a creare una collaborazione organica tra le diverse anime del Centrosinistra samaratese, o almeno tra quelle che potevano essere considerate forze serie e leali.

In tali occasioni non si vinsero le elezioni, ma si gettarono le basi affinché nel 2005 si riuscisse a costruire una coalizione costituita da forze e da persone che, con candidato sindaco Vittorio Solanti, furono considerate credibili dalla gente e sconfissero sia Forza Italia che Lega, a quel tempo molto forti a Samarate. In questi anni si svolse il mio impegno politico in prima linea, prima solo come supporto, poi come Consigliere Comunale di Minoranza, poi come Consigliere Comunale di Maggioranza e Capogruppo della Margherita in Consiglio Comunale (e anche Presidente della Commissione Urbanistica, che a quel tempo, a differenza di oggi, aveva compiti e competenze molto importanti in relazione agli atti che dovevano essere discussi e votati in Consiglio Comunale, e quindi era un luogo di forti discussioni tra maggioranza e opposizione).

Furono anni molto intensi, che non rinnegherò mai: facemmo tante buone cose, compatibilmente con i vincoli e gli strumenti di quel momento storico; su alcune situazioni non riuscimmo purtroppo a chiudere le azioni pensate o impostate; poi le energie fisiche e nervose necessarie per tenere insieme una coalizione composita vennero meno, e a fronte di scelte unilaterali e non condivise da parte di alcuni protagonisti di quella stagione, decisi di interrompere la mia attività politica.

In quegli anni nacque anche il PD, con il suo elevato carico di aspettative e di speranze per la politica nazionale ma anche locale. Purtroppo, come già dicevo, a livello locale nel 2010 si crearono dei problemi e dei personalismi tali che mi fecero ritenere di non poter continuare ad essere presente nel PD locale, pur rimanendo iscritto in un'altra città. A quel punto la mia storia politica era finita, per scelta volontaria e consapevole: seguivo le vicende samaratesi, ne parlavo con alcuni amici, davo qualche consiglio (se richiesto), ma nulla di più.

Allora perché oggi sono qui? Nel 2018 venni invitato a partecipare nuovamente alle attività del PD samaratese da parte di alcune persone che, ormai da qualche anno, avevano rinnovato il gruppo dirigente del partito: di fronte a quella che mi sembrava una fase carica di entusiasmo e di aspettative da parte di queste persone, tra cui la segretaria Rossella Iorio, non me la sentii di tirarmi indietro, e partecipai, solo come supporto e aiuto, alla costruzione della proposta di coalizione per le elezioni comunali del 2019, con candidato sindaco Tiziano Zocchi.

Purtroppo in quel momento la Lega a livello nazionale era nel momento di massima forza della sua storia, e la proposta di una coalizione di Centrosinistra molto larga non fu sufficiente per raccogliere i voti necessari per andare al ballottaggio: la delusione fu tanta, e diede sicuramente un duro colpo all’entusiasmo e alle aspettative che si erano create. Gli anni che seguirono furono molto difficili: alcune componenti della coalizione vennero subito meno all’impegno preso e non diedero più alcun supporto, i rapporti tra le componenti rimaste divennero un po’ tesi o quanto meno freddi, poi arrivò il COVID che rese estremamente difficile continuare in modo organico le varie attività tipiche di un partito; usciti dal COVID, il partito si ritrovò un po’ perso e confuso: le forze rimaste erano poche, e le difficoltà personali da parte un po’ di tutte le persone ancora presenti resero l’attività lenta e faticosa.

In tale situazione ho iniziato a pensare se non mi venisse chiesto di dare qualcosa in più rispetto al solo supporto ad altre persone: cioè, le difficoltà del partito e soprattutto la situazione per certi versi drammatica in cui versa la nostra città (frutto non solo delle incapacità e delle decisioni sbagliate di chi amministra ormai da più di dieci anni ma anche del disimpegno di tante persone intelligenti e preparate), mi hanno fatto riflettere se non mi venisse chiesto di propormi per assumere la guida del partito, per dare un contributo personale più concreto e per iniziare un nuovo percorso insieme alle persone rimaste. Convincermi a candidarmi alla segreteria del PD di Samarate è stato quindi un processo lungo e faticoso, che ha creato in me più di un timore, e la decisione finale non deriva assolutamente da un’ambizione personale o dall’idea di essere in grado di rivoluzionare le cose: la ragione principale di tale scelta è quella di voler umilmente tentare, con un ruolo ufficiale, di portare avanti ciò che da un certo momento in poi della mia vita ho maturato e proclamato come credo politico, e cioè la necessità inderogabile, in questa fase storica, di mettere insieme ed aiutare a lavorare insieme teste, idee e sensibilità in parte diverse di persone che hanno però nei loro cuori la stessa tensione verso un “bene comune” che ha certe caratteristiche ben definite e lontane dai valori e dalle promesse di tutti i partiti che hanno finora caratterizzato il Centrodestra italiano (soprattutto quello attuale, che è diventato in realtà una Destra populista e nazionalista, con tinte di intolleranza e razzismo, e che sta dimostrando di non avere alcuna idea seria su come risolvere i problemi della nostra nazione).

E questo intento non può essere attuato solo dentro il nostro partito, ma anche tra forze e persone della nostra città che spesso fanno fatica a trovare una strada comune, o che dopo aver intrapreso questa strada spesso inciampano e si allontanano, come purtroppo è accaduto in certi momenti anche a livello nazionale. Forse la storia dirà che questo tentativo, una volta tirate le somme quando ci sarà una Terza Repubblica, sarà stato sterile, e siccome parliamo di politica, quindi di qualcosa di imperfetto, non è escluso che ciò accada: ma io sento che questa strada era necessaria all’inizio degli anni 2000, ed è  necessaria oggi.

Per tale ragione chiedo a tutti gli iscritti e soprattutto a coloro che vorranno aiutarmi nel Direttivo di tenere sempre davanti agli occhi, come riferimento costante, la necessità di fare ogni sforzo per mediare e smussare gli angoli, dentro al partito e con le altre forze politiche vicine: chiedo questo sforzo sempre e comunque, soprattutto quando uno pensa di avere tutte le ragioni dalla sua parte o quando ritiene che gli altri non comprendano le cose. Ciò non significa venir meno o rinunciare alle opinioni personali o alle posizioni che insieme decideremo essere le posizioni del partito: ciò significa essere disposti, per quel bene comune di cui parlavo prima, a non assolutizzare quelle opinioni personali e a trovare strade un po’ diverse rispetto a quelle posizioni, e quindi a sforzarsi per comprendere le ragioni e le sensibilità degli altri e per elaborare percorsi comuni, in modo da raggiungere obiettivi concreti piuttosto che non raggiungere obiettivi ideali. Inoltre io, nonostante il mio carattere a volte irruento, sono fondamentalmente un moderato: non è cioè nella mia indole fare azioni dirompenti o prendere posizioni che non siano riconoscibili come serie e responsabili, dagli elettori ma anche dagli avversari politici; per tale ragione chiedo anche un aiuto per condurre il partito su strade e posizioni pubbliche coraggiose ma di responsabilità, mi piacerebbe poter dire anche riformiste, senza mai cedere alla tentazione di dover dire o fare qualcosa perché altrimenti possiamo non essere compresi da qualcuno che sta nel nostro campo o perché rischiamo di perdere qualche voto.

Credo che la nostra città abbia talmente tanti problemi per i quali questo tipo di approccio sia fondamentale nel pensare a proposte di soluzioni.

Non è questo il momento per fare un programma elettorale, compito in particolare di un candidato sindaco, ma credo di poter dire che nei prossimi anni il PD debba impegnarsi sui seguenti fronti, soprattutto in caso di vittoria, per quanto difficile, alle prossime elezioni comunali:

 pensare a come si possano garantire tutte quelle azioni che rendono la città più bella e vivibile, vale a dire azioni di manutenzione e pulizia di tutti i beni pubblici, di strade e piazze, di aiuole e aree verdi;

 a fronte dell’avvenuto smantellamento di diverse esperienze pluridecennali di servizi pubblici gestiti direttamente del Comune, comprendere e gestire al meglio i meccanismi affinché tali servizi ora dati in appalto vengano erogati in modo puntuale e con standard di qualità;

 conoscere lo stato reale della macchina comunale ed elaborare un piano di potenziamento ma anche di valorizzazione delle risorse, ascoltando i consigli dei dipendenti ma anche dando direttive chiare che traccino una rotta nell’azione quotidiana, e ricreando così uno spirito di collaborazione, anzi, di intesa tra dipendenti pubblici ed esponenti politici che in passato esisteva e ha portato frutti;

 mantenere contatti e colloqui costanti con i livelli superiori, in modo da non subire in modo inerte scelte sovracomunali e da sottoporre a provincia e regione proposte e richieste precise e realistiche, per il bene di Samarate;

 ricreare in città un clima di vera e serena collaborazione tra e con tutte le realtà dell’associazionismo e del volontariato, nonché di intesa con le parrocchie, per attivare o sostenere progetti di aiuto e supporto a tutte le persone o situazioni deboli e per animare la vita sociale e culturale della città;

 prendere in carico con responsabilità i progetti avviati dalle precedenti amministrazioni, nonché quelli legati al PNRR, e portarli a termine al meglio.

Veniamo ora agli aspetti più strettamente politici di questo momento.

Il rinnovo delle segreterie regionale, provinciale e di circolo del PD sono concomitanti con l’inizio di una stagione elettorale importante.

Dopo le sconfitte alle Politiche dell’autunno 2022 e alle Regionali della scorsa primavera, ci aspettano due importanti elezioni: le Europee e quelle Comunali della primavera 2024.

Probabilmente avverranno nello stesso giorno, ma prevedono due modalità di votazione completamente diverse: proporzionale puro per quanto riguarda le Europee e maggioritario a doppio turno per le Comunali.

E‘ proprio in vista delle Comunali 2024 che dobbiamo ricompattare il partito, in modo da affrontare con rinnovata forza una campagna elettorale prevedibilmente serrata; ovviamente la nascente Segreteria avrà come primo obiettivo il tentativo di riportare il PD ed il Centrosinistra ad amministrare nuovamente il Comune di Samarate, dopo tre mandati leghisti per certi versi anonimi e per certi versi drammatici.

Su questo fronte, ripetendo solo in parte quanto già detto, credo che i punti salienti debbano essere, non solo per le prossime elezioni comunali ma più in generale per i prossimi anni:

a. gestione il più possibile unitaria del partito, con responsabilizzazione particolare del nuovo Direttivo;

b. partecipazione di iscritti e simpatizzanti ai momenti principali di riflessione e decisione del partito, in modo che tutti coloro che lo desiderano comprendano il filo logico delle azioni effettuate;

c. apertura verso gruppi, associazioni e categorie professionali, al fine di intercettare le aspettative di quella che è ancora la poliedrica società samaratese;

d. attivazione di un progetto specifico sulla comunicazione;

e. presenza nelle singole frazioni con qualche iniziativa puntuale, in modo che il PD venga percepito come realtà viva;

f. coinvolgimento di persone giovani che attraverso un lavoro di formazione possano iniziare ad acquisire una cultura amministrativa, e tra qualche anno possano costituire il nuovo Direttivo e sostenere un Segretario altrettanto giovane.

E’ sottointeso che si dovranno trovare meccanismi migliori per supportare il gruppo consiliare e i commissari nelle varie commissioni, e per farli interagire in modo costruttivo con il partito, ma questo vale sia che si vincano sia che si perdano le elezioni.

Credo sia altrettanto sottointeso che io lavorerò, in continuità con quanto fatto nel 2019 da chi mi ha preceduto e con quanto si sta già facendo da circa un anno a questa parte, per costruire una coalizione di Centrosinistra che sia la più ampia possibile, evitando ciò che può compromettere l’esistenza di tale coalizione e ciò che può snaturare l’identità del partito.

La prossima lista elettorale del PD dovrà essere “speciale”: penso cioè che oltre a componenti impegnati nel partito si debba cercare di coinvolgere competenze e professionalità esterne che arricchiscano il patrimonio di idee e di esperienza del partito stesso, e che siano in grado di raggiungere elettori che finora il PD non è stato capace di intercettare. Dobbiamo cioè ricreare quell’ambiente propositivo e includente che in anni passati, ormai un po’ lontani, grazie ad esperienze di buona amministrazione nate dalla collaborazione tra persone di estrazione cattolica, laica e progressista, aveva fatto di Samarate un Comune simbolo.

Capite tutti bene che una persona da sola non potrà mai fare nulla di tutto ciò, soprattutto una persona che, come tutti voi, fa politica in modo totalmente volontaristico, ha un lavoro impegnativo e deve anche dedicare un minimo di tempo alla famiglia: per questo vi chiedo di eleggermi a Segretario del Circolo del PD di Samarate, ma solo se ciascuno di voi ha intenzione di dare il suo contributo, piccolo o grande che sia, di idee e di tempo, e immagina che la giornata di oggi sia solo la prima di tanti momenti che insieme vorremo animare nei prossimi anni.

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