Questi maestri in ipocrisia che ci hanno portato al disastro.
Dobbiamo, per un certo verso, rendere omaggio alla Lega che, per circa un ventennio, attraverso i suoi slogan e le sue varie e folcloristiche manifestazioni: "Padania Libera, Roma Ladrona, la Lega non perdona", l’ampolla sacra, le scampagnate a Pontida, le cornamuse celtiche, il razzismo organizzato contro gli immigrati, le invettive contro lo Stato centralistico per un federalismo che non s’è mai visto, e altro, altro ancora come le fanfaluche dei ministeri fantasma a Monza”, è riuscita a costruire le sue fortune politiche e conservarle fino a pochi giorni fa.
La lega, come movimento dell’antipartitocrazia, è diventato quello più “Romano”. La lega, quella della lotta agli sprechi, dell’abolizione degli enti inutili, della difesa di Malpensa come aeroporto locale e dei “basta Tir”, è diventata, invece, il feroce paladino delle Province, della lottizzazione selvaggia, dell’ampio sottogoverno piazzando, come nel caso di Rosy Mauro e di Belsito (gente mediocre senza arte né parte) alla Presidenza del Senato, alla Rai, all’Enel, alla Fincantieri, alla Finmeccanica, nelle Banche pubbliche, nelle Asl; mentre Malpensa, costata miliardi di euro ai contribuenti, è andata in rovina per gli interventi imposti dai nostri Padani e la nostra Regione, con il raddoppio della rete di autostrade, è diventata la più asfaltata in Europa.
Ora, lo schianto della lega, avvenuto e provocato dalle inchieste giudiziarie in corso, è lo schianto del sistema più corrotto e incapace della nostra storia repubblicana e ha portato alla luce tutta l’ampiezza della demagogia e dell’ipocrisia di questo partito. Pubblicamente asserivano una cosa, privatamente ne praticavano un’altra! Anche la vicenda del diploma di laurea acquistato dal Trota, Renzo Bossi, (pare con i soldi della Lega Nord, quindi del finanziamento pubblico attraverso i rimborsi elettorali) in Albania e gli investimenti del pataccaro Belsito, tesoriere del Carroccio, in Tanzania dimostrano che questi non avevano alcuno scrupolo nel fare affari con coloro che sono stati oggetti dei loro strali razzisti: minacciavano di riceverli a schioppettate se avessero osato mettere piede sul sacro suolo italico: albanesi o “tanzanesi” che fossero!
Ora i leghisti hanno lanciato una vera offensiva contro L’IMU (Imposta Municipale Unica). Una rivolta fiscale contro un’ imposta che loro stessi avevano approvato. La legge che ha introdotto l’Imu è del 23 marzo 2011 e, ricordiamolo, porta le firme, accanto a quella di Berlusconi, di Bossi, Calderoli e Maroni. Una vera e propria campagna demagogica, con l’obiettivo di far dimenticare gli scandali al buon popolo padano, prima del voto dello scorso sei maggio.
E Samarate? Samarate non è immune da questo variopinto folclore comportamentale. Il sindaco Tarantino, tra un soggiorno, più o meno prolungato, e l’altro in quella bellissima, generosa e calda terra salentina, per bocca del suo assessore alle finanze, Luciano Pozzi, ci ha preannunciato che l’Imu per i samaratesi sarà al 5,5 per mille. Cioè quasi all’aliquota massima prevista dalla legge. Come è noto i comuni che hanno tempo fino al 30 settembre per decidere quale aliquota applicare, possono diminuire o alzare sino al due per mille l’aliquota del quattro per mille previsto dalla norma. Alcuni comuni, stanno azzerrando il prelievo sulla prima casa applicando aliquote che sono al di sotto della soglia minima di legge, tra questi ricordiamo, a titolo di esempio: Saronno, San Vincenzo, Sesto Fiorentino e tanti altri ancora, oltre a una cinquantina di comuni capoluogo di Provincia. Sono un drappello di Sindaci, non leghisti, che si oppongono con i fatti e non con fatue parole d’ordine a questo ennesimo balzello.
Tarantino e la sua maggioranza, stanno producendo solo danni e tasse. Dopo aver tagliato o eliminato alcuni servizi, aumentato le rette del nido, i pasti per gli anziani, gli oneri di urbanizzazione, il trasporto scolastico, i servizi pre e post scuola, i servizi cimiteriali, le mense scolastiche, ora ci provano con l’Imu. Un’ imposta che, applicata a questo livello, va a gravare pesantemente sui bilanci famigliari, già colpiti da una pesantissima e micidiale crisi economica dalla quale il nostro Paese sembra incapace di uscirne attraverso questa unica politica di rigore e di tagli.
A Tarantino e al suo esecutivo serve questa nuova entrata per finanziare l’inutile e faraonica palestra da tre milioni di euro, ma che alla fine ne costerà almeno il doppio, perché finanziata attraverso un contratto di leasing che è notevolmente più oneroso di un mutuo. Una vera e propria follia! Di palestre, disseminate sul territorio e sottoutilizzate, ne abbiamo ben cinque di medie dimensioni più due minori presso le scuole elementari.
Sindaco Tarantino, prenda atto della realtà in cui vive, rinunci all’Imu come hanno fatto centinaia di suoi colleghi, consideri che centinaia di famiglie samaratesi “non ce la fanno più”, anche perché la Sua amministrazione le ha completamente abbandonate. Tralasci i consigli dell’amico Portalupi (detto tra noi, non è stato mai un grande saggio e non ne ha imbroccata, politicamente, mai una giusta!). Come ha capito il buon popolo Padano non vi crede più, né a Milano, né a Bergamo, né a Varese. Riteniamo ci siano buoni motivi per cui anche a Samarate non vi credano più. Ma lo faccia per un unico motivo, che non è da meno: sia una volta coerente con se stesso e il suo movimento che da anni predica di non voler mettere le mani nelle tasche dei cittadini!
Samarate, 11 maggio 2012
Vittorio Solanti – Capogruppo Pd
Dobbiamo, per un certo verso, rendere omaggio alla Lega che, per circa un ventennio, attraverso i suoi slogan e le sue varie e folcloristiche manifestazioni: "Padania Libera, Roma Ladrona, la Lega non perdona", l’ampolla sacra, le scampagnate a Pontida, le cornamuse celtiche, il razzismo organizzato contro gli immigrati, le invettive contro lo Stato centralistico per un federalismo che non s’è mai visto, e altro, altro ancora come le fanfaluche dei ministeri fantasma a Monza”, è riuscita a costruire le sue fortune politiche e conservarle fino a pochi giorni fa.
La lega, come movimento dell’antipartitocrazia, è diventato quello più “Romano”. La lega, quella della lotta agli sprechi, dell’abolizione degli enti inutili, della difesa di Malpensa come aeroporto locale e dei “basta Tir”, è diventata, invece, il feroce paladino delle Province, della lottizzazione selvaggia, dell’ampio sottogoverno piazzando, come nel caso di Rosy Mauro e di Belsito (gente mediocre senza arte né parte) alla Presidenza del Senato, alla Rai, all’Enel, alla Fincantieri, alla Finmeccanica, nelle Banche pubbliche, nelle Asl; mentre Malpensa, costata miliardi di euro ai contribuenti, è andata in rovina per gli interventi imposti dai nostri Padani e la nostra Regione, con il raddoppio della rete di autostrade, è diventata la più asfaltata in Europa.
Ora, lo schianto della lega, avvenuto e provocato dalle inchieste giudiziarie in corso, è lo schianto del sistema più corrotto e incapace della nostra storia repubblicana e ha portato alla luce tutta l’ampiezza della demagogia e dell’ipocrisia di questo partito. Pubblicamente asserivano una cosa, privatamente ne praticavano un’altra! Anche la vicenda del diploma di laurea acquistato dal Trota, Renzo Bossi, (pare con i soldi della Lega Nord, quindi del finanziamento pubblico attraverso i rimborsi elettorali) in Albania e gli investimenti del pataccaro Belsito, tesoriere del Carroccio, in Tanzania dimostrano che questi non avevano alcuno scrupolo nel fare affari con coloro che sono stati oggetti dei loro strali razzisti: minacciavano di riceverli a schioppettate se avessero osato mettere piede sul sacro suolo italico: albanesi o “tanzanesi” che fossero!
Ora i leghisti hanno lanciato una vera offensiva contro L’IMU (Imposta Municipale Unica). Una rivolta fiscale contro un’ imposta che loro stessi avevano approvato. La legge che ha introdotto l’Imu è del 23 marzo 2011 e, ricordiamolo, porta le firme, accanto a quella di Berlusconi, di Bossi, Calderoli e Maroni. Una vera e propria campagna demagogica, con l’obiettivo di far dimenticare gli scandali al buon popolo padano, prima del voto dello scorso sei maggio.
E Samarate? Samarate non è immune da questo variopinto folclore comportamentale. Il sindaco Tarantino, tra un soggiorno, più o meno prolungato, e l’altro in quella bellissima, generosa e calda terra salentina, per bocca del suo assessore alle finanze, Luciano Pozzi, ci ha preannunciato che l’Imu per i samaratesi sarà al 5,5 per mille. Cioè quasi all’aliquota massima prevista dalla legge. Come è noto i comuni che hanno tempo fino al 30 settembre per decidere quale aliquota applicare, possono diminuire o alzare sino al due per mille l’aliquota
Tarantino e la sua maggioranza, stanno producendo solo danni e tasse. Dopo aver tagliato o eliminato alcuni servizi, aumentato le rette del nido, i pasti per gli anziani, gli oneri di urbanizzazione, il trasporto scolastico, i servizi pre e post scuola, i servizi cimiteriali, le mense scolastiche, ora ci provano con l’Imu. Un’ imposta che, applicata a questo livello, va a gravare pesantemente sui bilanci famigliari, già colpiti da una pesantissima e micidiale crisi economica dalla quale il nostro Paese sembra incapace di uscirne attraverso questa unica politica di rigore e di tagli.
A Tarantino e al suo esecutivo serve questa nuova entrata per finanziare l’inutile e faraonica palestra da tre milioni di euro, ma che alla fine ne costerà almeno il doppio, perché finanziata attraverso un contratto di leasing che è notevolmente più oneroso di un mutuo. Una vera e propria follia! Di palestre, disseminate sul territorio e sottoutilizzate, ne abbiamo ben cinque di medie dimensioni più due minori presso le scuole elementari.
Sindaco Tarantino, prenda atto della realtà in cui vive, rinunci all’Imu come hanno fatto centinaia di suoi colleghi, consideri che centinaia di famiglie samaratesi “non ce la fanno più”, anche perché la Sua amministrazione le ha completamente abbandonate. Tralasci i consigli dell’amico Portalupi (detto tra noi, non è stato mai un grande saggio e non ne ha imbroccata, politicamente, mai una giusta!). Come ha capito il buon popolo Padano non vi crede più, né a Milano, né a Bergamo, né a Varese. Riteniamo ci siano buoni motivi per cui anche a Samarate non vi credano più. Ma lo faccia per un unico motivo, che non è da meno: sia una volta coerente con se stesso e il suo movimento che da anni predica di non voler mettere le mani nelle tasche dei cittadini!
Samarate, 11 maggio 2012
Vittorio Solanti – Capogruppo Pd
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