LO SVILUPPO DI MALPENSA






Il Partito democratico della Provincia di Varese ha approvato, durante l’Assemblea Provinciale del 6 giugno 2011, un documento unitario nel quale “esprime forti perplessità sull’impostazione e sul contenuto del Piano di Sviluppo dell’Aeroporto di Malpensa (Master Plan), e auspica che la procedura di VIA avviata in queste settimane costituisca una reale occasione di confronto con il territorio e le sue rappresentanze istituzionali economiche e sociali e non un rituale passaggio burocratico per giustificare scelte già compiute; esprime altresì una dura critica al Governo di Regione Lombardia per il mancato supporto della richiesta di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e per il grave immobilismo dell’istituzione regionale che scarica sul territorio le contraddizioni derivanti dai non risolti problemi ambientali e di trasporto dello scalo.”
Il Master Plan di SEA per l’espansione di Malpensa prevede la realizzazione di diverse opere: alcune sono localizzate all’interno dell’attuale sedime aeroportuale, altre invece si collocherebbero al di fuori di esso, andando a occupare una fascia verde di notevole pregio ambientale di circa 330 ettari compresa nell’ambito del Parco del Ticino.

Il progetto di ampliamente prevede:
_ una nuova pista (la tanto citata terza pista) che avrà una lunghezza di 2.400 m;
_ un’area cargo city con capannoni, edifici, aree per la movimentazione e la sosta automezzi, parcheggi, nonché eventuali attività di carattere immobiliare con destinazione commerciale o ricettiva.
QUESTE PROPOSTE DI AMPLIAMENTO, che comporterebbero l’allargamento del sedime aeroportuale esistente con un inevitabile consumo di centinaia di ettari di brughiera, APPAIONO ALLO STATO ATTUALE UN SALTO NEL BUIO.
Poste anche le più ottimistiche previsioni di traffico, tali interventi non sembrano necessari nel breve periodo. Pur riconoscendo Malpensa una risorsa della Provincia, un’infrastruttura necessaria allo sviluppo delle nostre aziende e alla crescita dell’occupazione, riteniamo però che il progetto di SEA non tenga in considerazione che il territorio è già al limite della sopportazione.
Considerati altri scali internazionali, infatti, è dimostrabile che un traffico aereo ben maggiore di quello attuale e di quello ipotizzato per Malpensa si supporta anche con due sole piste.
Inoltre, le due nuove opere sarebbero in parte finanziate con l’aumento delle tariffe, e i costi quindi scaricati sull’utenza privata e sulle imprese.
Siamo arrivati a queste conclusioni grazie al lavoro meticoloso e dettagliato, durato diversi mesi, di un gruppo di persone dei vari circoli della zona e sono stati presi in considerazione tutti gli aspetti legati all’ampliamento dell’aeroporto, partendo dai dati di traffico, passando poi agli aspetti economici, a quelli occupazionali e per finire analizzando i dati ambientali. Quindi, non la solita critica sterile ispirata alla Sindrome Nimby, per usare un termine anglosassone, bensì una precisa analisi che punta a realizzare una visione complessiva della “Questione Malpensa”, cioè la necessità di far coesistere sviluppo economico e rispetto ambientale, piena occupazione e tutela della salute, progresso e mitigazione del traffico.
LE PREVISIONI DI TRAFFICO effettuate negli ultimi dieci anni su Malpensa si sono dimostrate errate a causa di eventi imprevisti come l’11 settembre, il fallimento di Alitalia, la crisi economica e il recente abbandono dello scalo da parte di Lufthansa Italia. Per cui riteniamo poco attendibili anche le attuali stime di SEA che prevedono di passare dai 19 milioni circa di passeggeri annui a 32 milioni nel 2020.
Per quanto riguarda il LAVORO non si riescono ad avere dati certi e troppo spesso l’ampliamento di Malpensa è stato difeso perché SEA prometteva nuovi posti che sono però spesso a basso valore aggiunto, con contratti di lavoro precari e discontinui. Non è nemmeno chiaro quale sia, a più di dieci anni dal progetto di Malpensa 2000, l’impatto vero che c’è stato sull’indotto e quale potrebbe essere il suo effettivo sviluppo nei prossimi anni, vista l’evoluzione socio-demografica del territorio.
Per quanto riguarda l’ASPETTO AMBIENTALE la famosa sentenza Quintavalle (sentenza 1169/2008), gli studi commissionati dal Comune di Casorate Sempione proprio sugli inquinanti da aerei, e i dati raccolti dal Parco del Ticino, hanno evidenziato un’elevata presenza di idrocarburi cancerogeni per l’uomo che stanno innalzando i malati nei comuni della zona.
Per cui un maggior traffico aereo peggiorerebbe la situazione anche perché conseguentemente ci sarebbe un incremento di quello veicolare sulle nostre strade per altro già congestionate.
A difesa dell’ambiente si è formato a Lonate Pozzolo un comitato, il COMITATO VIVA VIA GAGGIO, dal nome della via sulla quale dovrebbe sorgere la terza pista. Questo gruppo di appassionati sta svolgendo un’importate funzione di sensibilizzazione, organizzando camminate, visite, conferenze e mobilitando l’opinione pubblica sull’argomento.

Ci auguriamo che le mutate condizioni politiche, che la ventata di rinnovamento che sta soffiando sull’Italia, permettano di riaprire un dialogo tra le parti e tutti gli attori prestino maggior attenzione al territorio.
Nel frattempo il PD di Varese ha istituito un Forum Provinciale Permanente su tutti gli aspetti che interessano Malpensa a cui possono aderire iscritti e simpatizzanti.
Sul nostro blog e sulla pagina facebook potete trovare aggiornamenti, foto e rassegna stampa sulla questione.

Commento realizzato grazie all’apporto dei circoli di Somma Lombardo, Lonate Pozzolo, Ferno.
Samarate, 4 luglio 2011

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