Sono parole che Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica,
pronunciava alcuni mesi fa. Tuttavia il Governo in carica nulla ha fatto o
legiferato in questa direzione.
I minori residenti in Italia, nati da genitori stranieri,
sono circa un milione. Di questi, circa 650.000 hanno visto la luce nelle
nostre strutture sanitarie . Sono circa 70.000 all’anno, 250 al giorno.
Nel nostro Comune sono centinaia i bambini nati (18 nel 2001 e 26 nel 2007,
ultimo dato a nostra disposizione) e qui residenti figli di cittadini stranieri
i quali rappresentano, avvicinandoci alla media nazionale, circa il 6 per cento
della popolazione.
La legge 91 del 1992 sulla cittadinanza in vigore ha superato i
vent’anni, ed è basata sullo ius sanguinis, il diritto di sangue. Non prevede,
infatti, lo ius soli, cioè il diritto che si acquisisce (come accade per chi
nasce negli Usa, ad esempio) per chi nasce nella nostra Patria.
I ragazzi e le ragazze nati in Italia, figli di immigrati, studiano,
parlano la nostra lingua e i nostri dialetti, spessissimo non sono nemmeno mai
stati nel paese di origine dei loro genitori né, spesso, ne parlano la loro
lingua. Eppure non sono riconosciuti cittadini italiani come tutti gli altri.
Per ottenere la cittadinanza devono infatti sottoporsi al compimento del 18°
anno di età e ad un iter burocratico lungo e complesso, che non sempre termina
con esiti positivi, spesso con conseguenti e inevitabili problemi di
inserimento sociale e d’identità.
Riteniamo che questi ragazzi e ragazze abbiano gli stessi diritti dei loro coetanei,
e cessino di essere cittadini di serie B, cioè venire discriminati per le loro origini.
Per
questi motivi abbiamo presentato una Mozione a sostegno del riconoscimento
della cittadinanza italiana ai figli nati in Italia da entrambi genitori stranieri regolarmente residenti e ai ragazzi arrivati
in Italia adolescenti, figli di cittadini non italiani regolarmente residenti,
che verrà discussa nel Consiglio Comunale che si terrà il giorno 29 e 30
ottobre, da inviare ai Presidenti di Camera e Senato e ai Capigruppo dei
Partiti presenti in Parlamento.
Il
Capogruppo Partito Democratico
Vittorio
Solanti
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